Il collegamento dell’impianto fotovoltaico alla rete richiede una procedura specifica che deve essere eseguita in modo scrupoloso e da professionisti del settore. Non può essere annoverata infatti tra le soluzioni fai da te.
Tra i primi step dobbiamo annoverare l’inoltro della domanda, come previsto dal TICA (Testo Integrato delle Connessioni Attive), tramite il portale dell’Enel Distribuzione. Questo è l’ente del gruppo Enel al quale rivolgersi per tutto ciò che sia inerente alla gestione delle reti di distribuzione elettrica di bassa e media tensione sul territorio nazionale.
Nella fattispecie, Enel Distribuzione, oltre alla distribuzione e gestione dell’energia elettrica, si occupa della connessione tra nuovi clienti e produttori alla rete di distribuzione; un vero punto di riferimento per l’installazione e la manutenzione dei contatori elettrici.
A richiederne il collegamento può essere il singolo utente o produttore di energia che ha installato l’impianto fotovoltaico industriale o domestico e deve interfacciarsi con l’ente di competenza.
La richiesta telematica comporta sicuramente un’ottimizzazione di tempo, velocizzando quindi lo svolgimento della pratica del soggetto richiedente. Nel caso di grandi impianti da connettere (oltre 10 MW) bisogna inoltrare la domanda a Terna, il gestore di rete di alta tensione. Per quelli piccoli, invece, con uno scambio sul posto fino a 20 KW, basta seguire l’iter semplificato.
Qual è lo schema elettrico dell’impianto fotovoltaico
Lo schema elettrico di un impianto fotovoltaico garantisce il corretto allacciamento ed un misurato utilizzo dell’energia prodotta. È importante, difatti, che solo una parte di elettricità venga immessa in rete. L’altra parte verrà autoconsumata senza essere conteggiata dal contatore Enel, ma passando direttamente all’utenza della propria dimora. In tal modo il consumatore avrà un importante vantaggio dal punto di vista economico.
Un corretto funzionamento dello schema elettrico implica che l’energia prodotta venga dapprima autoconsumata, in modo che poi quella restante possa (e debba) confluire in rete.
Il monitoraggio è ovviamente consigliato per poter intervenire in modo tempestivo in caso di guasti o malfunzionamenti.
Per poter procedere con il collegamento è necessario presentare richiesta all’Enel Distribuzione, come detto sopra. Consultando il sito del proprio gestore si troverà il modello online da compilare per inviare l’istanza. Nel momento in cui si otterranno le autorizzazioni amministrative si potrà passare allo step successivo, cioè alla realizzazione dell’impianto.
Quali sono le fasi di progettazione di impianti fotovoltaici
Prima di poter procedere con la progettazione di impianti fotovoltaici l’utente dovrà ‒ specie per impianti piccoli con potenze in immissione fino a 100 kw ‒ ricevere un preventivo dall’Enel. Le tempistiche sono molto variabili a seconda della potenza di immissione, che può richiedere dai 20 ai 60 giorni lavorativi.
Una volta ottenuto, il preventivo resta valido per 45 giorni. Cioè, è l’arco di tempo che il titolare dell’impianto ha a disposizione per accettarlo pagando nell’immediato il 30% dei costi preventivati. Con il saldo si intende che sia stato accettato.
Dopo la conferma e l’accettazione si passa allora alla fase di realizzazione ed installazione dell’impianto in tempi piuttosto brevi (ad esempio, basteranno solo due giornate per un piccolo impianto da 3kw che potrebbe essere installato sul tetto, come da procedura standard).
Solo quando l’installatore invierà comunicazione di aver ultimato i lavori richiesti all’Enel Distribuzione, questi potrà attuare il collegamento dell’impianto alla rete.
Ovviamente, anche in questo caso, bisognerà tener conto dei tempi di risposta dell’ente prima che un tecnico venga inviato al titolare dell’impianto per effettuare l’allacciamento.
A seconda della potenza dell’impianto, gli esperti del settore (ovvero, i tecnici) potranno connettere l’impianto fotovoltaico alla rete elettrica in bassa tensione (BT, 230/400 V), in media tensione (MT, circa 15 kV o 20 kV) o in alta tensione (AT, in genere sui 132 kV).
Sulla base del TICA, nato dalle deliberazioni dell’AEEG (Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas), si connetterà l’impianto (e le fonti rinnovabili) alla rete elettrica. L’obiettivo è volto a considerare il collegamento come una batteria virtuale da cui poter ricavare un introito con la vendita dell’energia immessa.
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